I Turcs tal Friùl – Trieste

Maggio 14, 1996
Trieste

Da martedì 14 a domenica 19 maggio 1996
Politeama Rossetti – Trieste

TS Festival – primo festival della drammaturgia contemporanea

I Turcs tal Friùl
di Pier Paolo Pasolini
regia di Elio De Capitani
scene e costumi di Carlo Sala, musiche di Giovanna Marini con Lucilla Moriacchi

produzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia  – Teatridithalia
in coproduzione con Biennale di Venezia

“I Turcs tal Friùl” di Pier Paolo Pasolini andarono in scena per la prima volta a Udine due mesi soltanto dopo la seconda scossa di terre-muto che nel 1976 sconvolse il Friuli: Allora, in un’edizione del Piccolo Teatro Città di Udine diretta da Rodolfo Castiglione, “I Turcs” testimoniarono una volontà di ripresa e di ricostruzione di un popolo nel segno di un’identità forte, cui il testo giovanile di Pasolini contribuita non poco con il riproporre nell’idioma fritano, anche se quello di una piccola comunità come Casarsa. una pagina tragica della storia delle nostre terre martoriate.
Oggi, quasi a simbolica continuazione di quella volontà, “I Turcs” testimoniano la necessità di ritrovare tra le rovine del nostro presente, cosi profeticamente denunciate dal Pasolini corsaro, l’orgoglio e l’urgenza di un’appartenenza, ma prima ancora il senso di un’assurdità, (quella della guerra, di ogni guerra) così ancora tanto devastante.
Scritto nel 1944, questo testo giovanile di Pasolini rievoca una delle pagine più buie e tragiche della storia di queste terre: l’invasione turca che nel 1499 devastò campagne e paesi della pianura friulana.
Protagonisti dei “Turcs” sono i “paisans” di Casarsa, e con loro i fratelli Colús. C’è chi, tra i “paisans”, come Pauli, sceglie la preghiera, chi fugge nei boschi, e chi, invece, come Meni, sceglie la lotta, raduna altri giovani e si pone come estrema difesa di quelle terre: Il dramma finale si consuma nel pianto della madre Lussia davanti al corpo senza vita del figlio Meni, e nell’incalzare di un gruppo di militari turchi, cui si oppongono, all’improvviso, quasi invocato miracolo, venti fortissimi e nuvoloni di polvere. Un dramma tra due estremi, un’azione scenica corale, che ha il respiro di una sacra rappresentazione antica.