
Ella Adaïewsky – Portogruaro
Settembre 4, 2011 | |
Portogruaro (VE) |
Domenica 4 settembre 2011
Fondazione musicale Santa Cecilia – Portogruaro (VE)
ore 19.00
ELLA VON SCHULTZ ADAÏEWSKY
Un riscatto dall’oblio
Interventi di
Umberto Berti, Gianfranco Ellero, Guido Zaccagnini
CLAUDIA GRIMAZ, soprano
ANDREA RUCLI, pianoforte
Esecuzioni musicali:
ELLA VON SCHULTZ ADAÏEWSKY
Tre Rondel (testi di Charles Duc d’Orleans)
Dieu, qu’il la fait bon regarder
Le temps a laissé son manteau
Allez-vous en, allez, allez
dai XXIV Preludi per canto e pianoforte (testi di Benno Geiger), Libro II
XIII. Verspätung (Nach einem Motiv von B.G.) XIV. Sehnsucht nach Vergessen
XV. Der Kanker
XVI. In Memoriam (Elegie)
XVII. Schall aus der Ferne
XVIII. Und…
XIX. Das träumende Lied
XX. Fragen
XXI. “Ave Maria”
XXII. Bäumlein im Winde
XXIII. Einsicht (Nach einem Motiv von B.G.) XXIV. Wiegengesang
La personalità di Elisabeth von Schultz, meglio nota con il nome d’arte di Ella Adaiewsky, rappresenta senza dubbio una delle figure femminili più interessanti tra quelle operative tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo scorso. La sua levatura artistica e il suo spessore culturale le consentirono di lasciare ampia traccia in veste di pianista, compositrice e musicologa attiva in un contesto effettivamente europeo.
Nata a San Pietroburgo il 10 febbraio 1846 (secondo il calendario giuliano) da madre tedesca del Nord e da padre baltico, sviluppo precoci doti pianistiche sotto la guida di Adolph Henselt, musicista e didatta di fama mondiale attivo presso la corte degli zar, e dall’età di quindici anni inizio un’intensa attività concertistica, non solo in Russia ma anche in Germania, Polonia, Francia e Inghilterra. Suo compagno di studi (Strumentazione e Composizione) nel Conservatorio di San Pietroburgo appena fondato da Anton Rubinstejn, fu Petr Il’j Cajkovskij, e nel corso della sua lunga esistenza Ella Adaïewsky ebbe occasione di intrattenere rapporti umani e professionali con il Gotha musicale del tempo: Berlioz, Gounod, Rossini, Liszt, Brahms e Clara Schumann.
Delusa dal veto politico di rappresentazione in cui era incorsa la sua opera Zarja, l’aurora della libertà, imperniata sul tema dell’abolizione della servitù della gleba, nel 1882 si allontano definitivamente dalla Russia e iniziò a condurre una vita itinerante tra Parigi, Berlino, Vienna e soprattutto Venezia, dove risedette abbastanza stabilmente per oltre vent’anni. Durante le ferie estive, spesso trascorse a Tarcento, ospite nella villa di Luigi Armellini, ebbe modo di collaborare con Jan Baudoin de Courtenay, caposcuola della linguistica russa, supportando le sue ricerche glottologiche nell’area friulana e slovena con pionieristiche indagini etnomusicologiche condotte nella Valli del Natisone, di Resia e del Torre. Dagli anni ’10, privata di rendite e possedimenti in seguito alla rivoluzione d’ottobre, sospettata di attività di spionaggio filorusso, condusse vita ritirata in Germania, dove mori ottantenne a Bonn, nel 1926.
La sua attività di musicologa condotta tramite ricerca diretta nel territorio può essere considerata precorritrice di metodi e impostazioni disciplinari che avranno diffusione e conferma di validità solo nel corso del Novecento, ed è testimoniata da numerosi scritti scientifici, molti dei quali pubblicati nella RMI (Rivista Musicale Italiana). Tra le sue opere, prevalentemente cameristiche, sono particolarmente rilevanti la Sonata Greca (1880) per clarinetto (o violino) e pianoforte, correlata agli studi condotti sulla presunta affinità tra i canti popolari slavi e la musica greco-antica, e i 24 Preludi per voce e pianoforte (Venezia, 1903-1907).
Lo studio del suo operato musicale è ormai da anni al centro delle attività di ricerca e di offerta concertistica da parte dell’Associazione cividalese “Sergio Gaggia”, che ha portato la variegata e poliedrica produzione critica, etnomusicologica e compositiva dell’autrice ad un pieno riscatto rispetto all’oblio in cui era caduta. Alcuni tra i più autorevoli organi della vita musicale italiana, quali la rivista musicale AMADEUS, Radio 3 SUITE, la casa editrice L.I.M. (Libreria Musicale Italiana), l’etichetta DYNAMIC, hanno destinato ampio spazio all’operazione culturale, forte anche dell’apprezzamento e sostegno di alcuni dei massimi musicologi, come Quirino Principe, Danilo Prefumo, Alberto Cantù e Guido Zaccagnini.
La poliedrica operatività, i contatti ai massimi livelli artistici e scientifici, la dimensione transnazionale dei suoi interessi e della sua esistenza rendono Ella Adaiewsky una figura carica di valenze simboliche, capace di evidenziare l’energico riscatto del pensiero femminile in un’epoca ancora poco propensa – soprattutto in questi ambiti – a una considerazione paritaria dei sessi, e in grado di tracciare le fondamenta di una identità culturale autenticamente europea, radicata nell’analisi storica e contemporaneamente protesa a profetiche aperture d’indagine in campi di tuttora piena attualità.
Umberto Berti