La storia di Sant’Orsola con Claudia Koll

Giugno 28, 2006
Bologna

Mercoledì 28 giugno 2006
Bologna
ore 21.15

“La storia di Sant Orsola”

Claudia Koll, voce recitante

Ensemble Oktoechos
Letizia Butterin, Monica Falconio, Claudia Grimaz, voci
Elena Modena, voce e viella

Lanfranco Menga, direttore

Musiche di Hildegard von Bingen (1098-1179)
Testi tratti dal “Liber rivelationum” di Elisabeth von Schönau (1128-1164) e dalla “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine (1230-1298)

STUDIUM DIVINITATIS, Antifona

UNDE QUOCUMQUE, Antifona
“Mentre presenziavo all’Ufficio divino… (Liber rivelationum)
(S.Orsola appare ad Elisabeth von Schönau e le racconta la storia del suo martirio)

FAVUS DISTILLANS, Responsorio
-In Bretagno fue un noto, re cristianicieno..” (Ergendo aurea)
(Orsoli viene chiesta in sposa da un principe pagano)
SPIRITUI SANCTO. Responsorio
“Essendo dunque apparecchiate le vergini…” (Legenda aurea)
(Orsola e le sue compagne si preparano a partire per Roma)

DE PATRIA, Antifona
“E in quella notte fue revelato da Dio…” (Legenda aurea)
(A Papa Ciriaco viene annunciato l’arrivo delle vergini e il successivo martirio)

O ECCLESIA. Sequenza
“Due malvagi principi della cavalleria di Roma…” (Legenda aurea)
(Orsola e le sue compagne partono per Colonia dove subiscono il martirio)

O RUBOR SANGUINIS. Antifona
“Empio quel tiranno che fu artefice della nostra uccisione” (Liber rivelationum)
(S.Orsola racconta il suo martirio)

O DULCISSIME AMATOR, Symphonia
“Erano fragili, e per sesso, e per etade…” (Liber rivelationum)
Elisabeth di Schönau racconta ad Hildegard von Bingen la visione)

CUM VOX SANGUINIS, Inno
“Chi rinnoverà la memoria del nostro martirio abbia da Dio ricompensa” (Liber rivelationum) (Congedo di S.Orsola)

LAUS TRINITATI, Antifona

 

La storia di Sant’Orsola e delle undicimila Vergini rappresenta il tipico racconto medievale che va via via ampliandosi per stratificazioni successive, arricchendosi di particolari e di personaggi, fino a diventare quasi una saga di cui si perdono i reali riferimenti storici. Il Martirologio Romano ci dice che tra il III e il IV secolo Orsola ed un gruppo di Compagne vengono martirizzate ad opera degli Unni presso Colonia e colà sepolte; verso il  IX secolo comincia a parlarsi delle Undicimila Vergini, un numero spropositato dovuto probabilmente ad una errata interpretazione di una iscrizione funeraria. Nel XII secolo due importanti figure femminili, due grandi mistiche tedesche, legano indissolubilmente il proprio nome alla definitiva affermazione di questa storia ormai avvolta dal fascino delle leggende: Elisabeth von Schönau e Hildegand von Bingen. Infatti Elisabeth nel suo “Liber rivelationum de sacro esercito virginum Coloniensium” racconta le rivelazioni ricevute in una visione in cui le appare Sant’Orsola che le narra tutti i dettagli della loro vicenda e del martirio, le rivela i nomi di questo numero sterminato di compagne e di compagni di martirio, nonché tutte le vicissitudini legate alla loro sepoltura. Forse proprio la scoperta di un grande cimitero cristiano in Colonia avera fortemente impressionato Elisabeth e quanti vedevano in questo ritrovamento una conferma di quanto sino a quel momento era solo una pia tradizione. La prima ad essere informata di queste rivelazioni fu proprio l’amica e consorella Hildegard, la quale, particolarmente colpita, senti la necessità di esprimersi attraverso la sua musica e compose i brani per l’Ufficio e per la Messa del giorno della festa di Sant’Orsola e Compagne martiri, cioè il 21 di ottobre.
Hildegard ci ha lasciato uno straordinario affresco musicale che, seguendo il suo caratteristico stile melismatico, valorizza appieno i testi, naturalmente scritti da lei stessa, ricchi di citazioni bibliche e di immagini simboliche.
Grazie all’opera di Elisabeth e di Hildegard la storia di Sant’Orsola e delle sue compagne si affermò definitivamente ed universalmente, come ci testimonia la sua presenza nella “Legenda aurea” scritta da Jacopo da Taragine intorno alla metà del VIII secolo: quest’opera, che rappresenta un po’ la summa delle credenze religiose medievali, fece da punto di riferimento allo splendido cielo pittorico di Vittore Carpaccio, oggi conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Lanfranco Mera